Prolasso Rettale

Il prolasso rettale è una condizione in cui il retto scivola verso il basso e fuoriesce, parzialmente o completamente, attraverso l’orifizio anale. È una patologia funzionale complessa, spesso associata a disturbi della defecazione, debolezza del pavimento pelvico e alterazioni sfinteriche.

Si distingue in:

  • Prolasso rettale completo: interessa tutta la parete rettale, che fuoriesce dall’ano (completo o esterno)

  • Prolasso mucoso (incompleto): coinvolge solo la mucosa rettale, tipico dei bambini e di alcuni pazienti adulti

  • Intussuscezione rettale interna: invaginazione del retto all’interno del canale anale, senza fuoriuscita esterna, diagnosticabile solo con esami dinamici

Questa condizione può causare disagio, incontinenza, difficoltà alla defecazione e peggioramento della qualità della vita.

Cos’è il prolasso rettale?

Il prolasso rettale può verificarsi a qualsiasi età, ma è più frequente:

  • Negli anziani (oltre i 65 anni)

  • Nel sesso femminile (rapporto F:M ≈ 6:1)

  • In pazienti con disturbi neurologici, stipsi cronica, multiparità, lassità del pavimento pelvico

  • In pazienti sottoposti a precedenti interventi anorettali

Chi colpisce?

I sintomi variano in base alla gravità del prolasso e alla sua estensione. I più comuni includono:

  • Fuoriuscita visibile del retto, spontanea o durante la defecazione

  • Incontinenza fecale, gas o liquida, per compromissione dello sfintere anale

  • Tenesmo rettale e senso di peso anale

  • Perdite mucose o ematiche

  • Stipsi ostruttiva o difficoltà a espellere le feci

  • Sensazione di incompleta evacuazione

L’intussuscezione interna può simulare una sindrome da defecazione ostruita (ODS), e spesso è sottodiagnosticata se non si esegue una defecografia.

La valutazione clinica è essenziale e spesso sufficiente nei casi di prolasso completo:

  • Ispezione perineale e manovra di Valsalva

  • Esplorazione rettale digitale

  • Valutazione sfinterica (tono a riposo e contrazione volontaria)

Per i casi meno evidenti o per studiare la funzionalità:

  • Defecografia o RMN dinamica del pavimento pelvico (gold standard per identificare intussuscezione, enterocele, cistocele)

  • Manometria anorettale (valuta il tono sfinterico e il riflesso anale)

  • Ecografia endoanale (per danni sfinterici post-partum o da traumi)

  • Colonscopia (per escludere neoplasie concomitanti, soprattutto nei pazienti >50 anni)

Quali sono i sintomi?

Come si fa diagnosi?

Classificazione

Il prolasso rettale completo esterno viene classificato in 4 stadi in base alla gravità e alla modalità di fuoriuscita del retto:

Stadio I: Prolasso solo durante la defecazione; si riduce spontaneamente

Stadio II: Prolasso durante sforzi minimi (es. tosse, movimento); si riduce manualmente

Stadio III: Prolasso spontaneo e persistente; richiede riduzione manuale

Stadio IV: Prolasso irriducibile

🔸 Nei bambini, il prolasso è spesso mucoso e transitorio (quindi non rientra in questa classificazione).
🔸 Nei pazienti adulti, l’inquadramento in stadi è utile per guidare la scelta terapeutica.

Quali sono le cause?

La fisiopatologia è multifattoriale, spesso legata a:

  • Debolezza del pavimento pelvico e legamenti rettali

  • Allungamento del mesoretto e lassità del mesosigma

  • Lesioni neurologiche (traumi midollari, neuropatie periferiche, sclerosi multipla)

  • Multiparità e traumi ostetrici

  • Precedenti chirurgici anorettali

  • Disfunzione sfinterica e iperlassità tissutale

Come si cura?

50-70%

60-70 anni

Età media

Presenza incontinenza

Il trattamento definitivo è chirurgico, soprattutto nei casi sintomatici o persistenti. Le tecniche variano in base all’età, comorbidità e tipo di prolasso.

Trattamenti conservativi (per casi iniziali o pazienti non operabili)

  • Modifiche dietetiche e idratazione

  • Regolarizzazione dell’alvo

  • Riabilitazione del pavimento pelvico

  • Uso di presidi igienici per contenere le perdite

Trattamento chirurgico

  1. Via addominale (preferita nei pazienti giovani o in buone condizioni generali)

    • Rettopessi (con o senza resezione sigmoidale)

    • Tecniche laparoscopiche o robotiche (es. rettopessi ventrale anteriore)

    • Fissazione del retto al promontorio con rete (biologica o sintetica)

  2. Via perineale (pazienti anziani o ad alto rischio anestesiologico)

    • Intervento di Delorme (resezione della mucosa prolassata)

    • Intervento di Altemeier (perineal rectosigmoidectomy)

    • Meno invasivi ma maggiore rischio di recidiva

📌 Le linee guida raccomandano la via addominale laparoscopica come gold standard per pazienti eleggibili (National Institute for Health and Care Excellence – NICE, 2019; WSES guidelines, 2020).

Fonti scientifiche principali

  • Wijffels NA et al. Treatment of rectal prolapse in adults: current practice and future prospects. Colorectal Dis. 2013.

  • Altomare DF, et al. SICCR consensus statement on surgery for complete rectal prolapse. Tech Coloproctol. 2015.

  • WSES Guidelines: Diagnosis and treatment of rectal prolapse in adults. World J Emerg Surg. 2020.

  • National Institute for Health and Care Excellence (NICE) – https://www.nice.org.uk

Dopo l’intervento

Il decorso post-operatorio è solitamente favorevole. Il paziente viene istruito su:

  • Alimentazione regolare e idratazione

  • Evitare sforzi evacuativi

  • Eventuale riabilitazione del pavimento pelvico

  • Follow-up proctologico a 1, 6 e 12 mesi

Il tasso di recidiva varia tra il 5% e il 30%, a seconda della tecnica utilizzata e delle condizioni di partenza.

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Quando consultare un medico?

È indicato consultare uno specialista se:

  • Si verifica fuoriuscita rettale ricorrente

  • Sono presenti incontinenza, stipsi o difficoltà evacuative

  • Le perdite di muco o sangue diventano frequenti

  • Il prolasso compromette la qualità di vita o l’igiene

Un consulto specialistico consente di valutare la necessità di trattamento chirurgico e di escludere cause associate, come neoplasie o patologie del pavimento pelvico.

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