Pancreatite
Il pancreas ha due compiti principali: produce enzimi digestivi che aiutano a scomporre i nutrienti nel cibo, e secerne ormoni come l’insulina e il glucagone, che regolano la glicemia.
Quando si sviluppa una pancreatite, gli enzimi si attivano troppo presto e iniziano ad “auto-digerire” il tessuto pancreatico, innescando una reazione infiammatoria. Questo processo può essere innescato da diverse cause, che è importante individuare per curare il problema alla radice.


Cos’è il pancreas e perchè viene la pancreatite?
Nel caso di pancreatite acuta, il sintomo più caratteristico è un dolore molto intenso nella parte alta dell’addome, che spesso si irradia verso la schiena. Il dolore può essere accompagnato da nausea, vomito, febbre e gonfiore addominale.
La pancreatite cronica, invece, tende a dare un dolore addominale più costante o ricorrente, ma meno violento. Con il tempo, può portare a perdita di peso, feci grasse e non formate (a causa del malassorbimento), e a comparsa di diabete, per il progressivo danneggiamento della funzione endocrina.
Sintomi della pancreatite
Le due cause più frequenti della pancreatite acuta sono i calcoli della colecisti e l’abuso di alcol. I calcoli possono ostruire il dotto pancreatico, impedendo il normale deflusso degli enzimi, mentre l’alcol ha un effetto tossico diretto sul tessuto pancreatico.
Tra le altre cause troviamo livelli molto alti di trigliceridi, alcuni farmaci, traumi addominali, infezioni virali, malformazioni dei dotti pancreatici, e procedure diagnostiche come l’ERCP.
La pancreatite cronica, invece, è quasi sempre legata a un consumo prolungato di alcol, anche se esistono forme ereditarie, autoimmuni o idiopatiche (senza causa apparente).
La diagnosi inizia da una valutazione clinica, basata sulla sintomatologia, e viene confermata da esami del sangue, in particolare il dosaggio di amilasi e lipasi, due enzimi che si alzano in modo marcato nella fase acuta.
Per approfondire si eseguono esami di imaging come ecografia, TC con contrasto, risonanza (MRCP) o ecoendoscopia, per capire l’estensione dell’infiammazione, escludere complicanze e ricercare le cause.
Da cosa è causata?
Diagnosi
Quando il pancreas si infiamma, questi enzimi possono “attivarsi” troppo presto, danneggiando lo stesso organo e scatenando un processo infiammatorio.
La pancreatite è un'infiammazione del pancreas, una ghiandola fondamentale per la digestione e la regolazione della glicemia. Può manifestarsi in forma acuta o cronica, e in entrambi i casi richiede attenzione medica, perché può comportare complicanze anche gravi.
Trattamento della pancreatite
60,3%
30%
Mortalità nei casi gravi
Calcoli biliari
Pancreatite acuta: cosa si fa?
Il trattamento della pancreatite acuta dipende dalla gravità del quadro clinico e dalla presenza di complicanze.
Nella maggior parte dei casi, si opta per una gestione conservativa, ossia non chirurgica, basata su:
✅ Digiuno (riposo intestinale)
Per evitare che la stimolazione digestiva peggiori l’infiammazione, il paziente viene tenuto a digiuno nelle prime ore o nei primi giorni. Quando il dolore si riduce e i valori degli enzimi rientrano, si può reintrodurre l’alimentazione, prima con liquidi chiari e poi gradualmente con cibi solidi leggeri.
✅ Idratazione endovenosa
Uno degli aspetti più importanti è la corretta reidratazione con fluidi per via endovenosa, perché l’infiammazione pancreatica porta a una significativa perdita di liquidi verso i tessuti (terzo spazio), con rischio di ipotensione e danno renale. Si somministrano soluzioni saline o Ringer lattato, monitorando costantemente la diuresi e i parametri vitali.
✅ Controllo del dolore
Il dolore può essere molto intenso. Si utilizzano analgesici come paracetamolo, tramadolo o, nei casi più gravi, oppioidi. Il controllo del dolore è fondamentale anche per ridurre il lavoro respiratorio e migliorare il comfort del paziente.
✅ Trattamento della causa
Individuare e trattare la causa è essenziale:
Se la pancreatite è dovuta a calcoli biliari, può essere necessario eseguire una colecistectomia (rimozione della colecisti), spesso non nell’immediato ma dopo la risoluzione dell’episodio acuto.
Se è dovuta ad ipertrigliceridemia, si interviene con insulina e/o plasmaferesi.
Se è legata a farmaci, si sospende immediatamente il principio attivo sospetto.
Se l’origine è una complicanza post-ERCP, il trattamento sarà mirato al quadro specifico.
✅ Antibiotici? Solo se necessari
In genere non si usano antibiotici nelle forme non complicate. La terapia antibiotica è riservata solo ai casi in cui ci sia sospetto di infezione (es. necrosi infetta, colangite associata a calcoli).
✅ Gestione delle forme gravi
Nei casi più severi, con segni di shock, insufficienza d’organo, necrosi pancreatica o pseudocisti, il paziente può essere ricoverato in terapia intensiva. In alcune situazioni può rendersi necessaria:
Alimentazione artificiale: preferibilmente tramite sondino naso-digiunale (nutrizione enterale), evitando la nutrizione parenterale se non indispensabile.
Drenaggi percutanei o interventi chirurgici in caso di raccolte infette, ascessi o necrosi.
Monitoraggio multi-specialistico: gastroenterologi, rianimatori, chirurghi, nutrizionisti.
Pancreatite cronica: gestione a lungo termine
Nel caso della pancreatite cronica, l’approccio è diverso: non si tratta più di spegnere un'infiammazione acuta, ma di controllare i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare la qualità di vita del paziente.
✅ Abolizione di alcol e fumo
La sospensione completa dell’alcol è la prima e più importante misura, perché rappresenta la principale causa della pancreatite cronica e ne accelera la progressione. Anche il fumo ha un effetto tossico diretto sul pancreas, quindi è raccomandato smettere completamente.
✅ Dieta povera di grassi
Una dieta a basso contenuto lipidico aiuta a ridurre i sintomi digestivi e a prevenire il peggioramento del dolore e della steatorrea (feci grasse). I pasti dovrebbero essere frequenti e leggeri. È utile il supporto di un nutrizionista esperto.
✅ Enzimi pancreatici
Molti pazienti sviluppano insufficienza pancreatica esocrina, che compromette la digestione dei grassi. In questi casi si prescrivono enzimi pancreatici in capsule (contenenti lipasi, amilasi, proteasi), da assumere durante i pasti principali.
✅ Controllo del dolore
Il dolore cronico è spesso difficile da gestire. Si inizia con analgesici leggeri (paracetamolo, FANS), ma nei casi refrattari si può passare a oppioidi leggeri, anticonvulsivanti (es. gabapentin, pregabalin), o antidepressivi triciclici. In casi selezionati si ricorre a tecniche invasive come il blocco del plesso celiaco.
✅ Trattamento del diabete
Se la funzione endocrina del pancreas si riduce, può insorgere un diabete pancreatogeno, spesso difficile da controllare. La terapia insulinica può essere necessaria, con un attento monitoraggio.
✅ Interventi endoscopici o chirurgici
In presenza di complicanze come:
Stenosi dei dotti pancreatici
Pseudocisti sintomatiche
Ostruzione delle vie biliari
Dolore refrattario Si può ricorrere a procedure endoscopiche (drenaggi, stent) o a interventi chirurgici (pancreato-digiunostomia, resezioni segmentarie).



Quando consultare un medico?
È importante rivolgersi tempestivamente al medico quando si avvertono dolori addominali intensi, soprattutto se localizzati nella parte alta dell’addome e irradiati alla schiena, accompagnati da nausea, vomito persistente, febbre o alterazioni delle feci. Questi sintomi potrebbero indicare una pancreatite o un’altra patologia digestiva che richiede attenzione medica. Non aspettare che il dolore passi da solo: una valutazione precoce può fare la differenza per una diagnosi corretta e un trattamento efficace.
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