Colon Irritabile: come può aiutare la nutrizione
Il colon irritabile, o sindrome dell’intestino irritabile (IBS), è un disturbo funzionale molto comune che colpisce milioni di persone, soprattutto in età giovane-adulta. I sintomi tipici includono gonfiore addominale, dolore o fastidio, alterazioni dell’alvo (diarrea, stitichezza o entrambe) e una sensazione di evacuazione incompleta. Nonostante non sia una malattia “organica” – cioè non ci sono lesioni visibili all’intestino – l’impatto sulla qualità della vita può essere molto significativo.
La nutrizione gioca un ruolo cruciale nella gestione del colon irritabile. Non esiste una dieta “valida per tutti”, ma esistono linee guida basate sull’evidenza scientifica che aiutano a identificare e ridurre i cibi che possono peggiorare i sintomi.
Dieta FODMAP: una strategia efficace
Negli ultimi anni si è fatta strada la cosiddetta dieta a basso contenuto di FODMAP. I FODMAP sono un gruppo di carboidrati fermentabili (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli) che, in alcune persone, possono fermentare nell’intestino causando gonfiore, gas e diarrea. Tra gli alimenti più ricchi di FODMAP troviamo aglio, cipolla, mele, pere, legumi, latte, grano e dolcificanti come il sorbitolo.
La dieta FODMAP si articola in tre fasi:
Eliminazione (per 4-6 settimane): si escludono i cibi ricchi di FODMAP.
Reintroduzione controllata: si reintroducono gradualmente i vari gruppi per individuare quelli che causano sintomi.
Mantenimento personalizzato: si crea una dieta bilanciata evitando solo i FODMAP mal tollerati.
Va sottolineato che questa dieta andrebbe sempre seguita con la guida di un nutrizionista, per evitare carenze e squilibri alimentari.
Fibre: sì, ma con attenzione
Le fibre sono spesso consigliate in caso di colon irritabile, ma vanno gestite con cautela. Le fibre solubili (come quelle contenute in avena, carote e semi di lino) tendono ad essere ben tollerate e possono aiutare a regolarizzare l’intestino. Al contrario, le fibre insolubili (come quelle dei cereali integrali o delle verdure crude) possono peggiorare i sintomi in alcune persone.
Anche l’introduzione improvvisa di grandi quantità di fibre può causare disagio. Meglio aumentarle gradualmente e accompagnarle con un’adeguata assunzione di acqua.
Fonti scientifiche
Staudacher HM, Whelan K. The low FODMAP diet: recent advances in understanding its mechanisms and efficacy in IBS. Gut. 2017;66(8):1517–1527. doi:10.1136/gutjnl-2017-313750
Halmos EP et al. A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2014;146(1):67–75.e5. doi:10.1053/j.gastro.2013.09.046
Mearin F et al. Bowel disorders. Gastroenterology. 2016;150(6):1393–1407.e5.
Eswaran S et al. Fiber and functional gastrointestinal disorders. Am J Gastroenterol. 2013;108(5):718–727. doi:10.1038/ajg.2013.63
Moayyedi P et al. The efficacy of probiotics in the treatment of irritable bowel syndrome: a systematic review. Gut. 2010;59(3):325–332.
Attenzione anche a grassi, caffeina e alcol
Cibi ad alto contenuto di grassi, bevande contenenti caffeina e alcolici possono stimolare eccessivamente la motilità intestinale, provocando crampi o feci molli. In alcune persone con IBS, limitare questi elementi può fare una grande differenza.
Stile di vita e approccio globale
La nutrizione è un pilastro fondamentale, ma non l’unico. L’attività fisica regolare, la gestione dello stress e, nei casi indicati, il supporto psicologico (ad esempio con la terapia cognitivo-comportamentale) si sono dimostrati efficaci nel ridurre i sintomi del colon irritabile.
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