Ascesso Anale

L’ascesso anale è una raccolta purulenta localizzata nei tessuti perianali o perirettali, che origina nella maggior parte dei casi da un’infezione delle ghiandole anali di Hermann e Desfosses, situate nella linea dentata. Queste ghiandole possono infettarsi per l’ostruzione del loro dotto escretore, dando origine a un’infiammazione che evolve in raccolta ascessuale.

Gli ascessi anali vengono classificati, in base alla sede anatomica, in:

  • Perianali (più superficiali e frequenti)

  • Ischio-rettali

  • Inter-sfinterici

  • Sovraelevatori del muscolo elevatore dell’ano

Rappresentano circa il 90% delle urgenze proctologiche acute e, se non trattati correttamente, possono evolvere in fistole perianali (fino al 30–50% dei casi).

Che cos’è un ascesso anale?

Il sintomo principale è il dolore anale acuto, che insorge improvvisamente e tende a peggiorare nel giro di poche ore. È spesso descritto come pulsante, profondo, continuo e resistente agli analgesici.

Altri sintomi associati possono includere:

  • Tumefazione palpabile o visibile nella regione perianale (soprattutto per ascessi superficiali)

  • Eritema, calore e tensione cutanea nella zona perianale

  • Febbre (non sempre presente, ma indicativa di infezione sistemica)

  • Tenesmo rettale e dolore alla defecazione

  • Stato di malessere generale e astenia

Negli ascessi profondi (ischio-rettali, inter-sfinterici, sovraelevatori) i sintomi possono essere meno evidenti all’esame obiettivo ma più gravi dal punto di vista sistemico, rendendo necessaria una diagnosi strumentale (ecografia endoanale o risonanza magnetica pelvica).

Quali sono i sintomi?

Nel 90% dei casi, l’ascesso anale ha origine criptogenica da infezione delle ghiandole anali. Le altre cause, più rare, includono:

  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (in particolare morbo di Crohn)

  • Traumi locali (compresi interventi chirurgici proctologici)

  • Infezioni sessualmente trasmesse (gonorrea, sifilide, HIV)

  • Tumori del retto e dell’ano

  • Corpi estranei o patologie anorettali preesistenti

Alcune condizioni favoriscono l'insorgenza o il peggioramento degli ascessi:

  • Diabete mellito

  • Immunosoppressione

  • Obesità

  • Scarsa igiene locale

  • Stipsi cronica o diarrea persistente

La diagnosi è prevalentemente clinica, basata su anamnesi, ispezione e palpazione della regione perianale. Tuttavia, in caso di ascessi profondi o pazienti immunocompromessi, possono essere necessari:

  • Ecografia endoanale con sonda 360°: utile per identificare la sede e l’estensione della raccolta

  • Risonanza magnetica pelvica: gold standard per la valutazione delle raccolte profonde e di eventuali tragitti fistolosi

  • TC con mezzo di contrasto: indicata in caso di sintomi sistemici gravi o sospetta sepsi

Eziologia e fattori predisponenti

Come si effettua la diagnosi?

Trattamento

90%

95%

Risoluzione entro 48h del dolore

Origine criptoghiandolare

Il trattamento dell’ascesso anale è chirurgico e consiste nel drenaggio immediato della raccolta purulenta.

  • Il drenaggio viene eseguito in anestesia locale o generale, a seconda della sede e delle condizioni del paziente.

  • È essenziale non ritardare l’intervento per evitare la diffusione dell’infezione e la formazione di una fistola.

  • Non si deve suturare la ferita chirurgica, che viene lasciata aperta per favorire il drenaggio spontaneo.

📌 Antibiotici sistemici: non sono indicati come trattamento esclusivo, ma possono essere prescritti in caso di:

  • Diabete o immunosoppressione

  • Febbre alta o segni di sepsi

  • Cellulite perianale estesa

  • Ascessi profondi o recidivanti

Follow-up e complicanze

Dopo il drenaggio:

  • Il dolore si riduce rapidamente, e la ferita viene gestita con medicazioni quotidiane.

  • La guarigione completa richiede 2-4 settimane, a seconda dell’estensione dell’ascesso.

  • È raccomandato un controllo proctologico a distanza di 4-6 settimane, per escludere la formazione di una fistola perianale, presente nel 30-50% dei pazienti.

Complicanze rare ma possibili:

  • Fistola anale cronica

  • Estensione dell’infezione ai piani profondi (fascite necrotizzante)

  • Sepsi

Fonti scientifiche principali

  • Amato A, Bottini C, De Nardi P, et al. Evaluation and management of perianal abscess and anal fistula: a consensus statement developed by the Italian Society of Colorectal Surgery (SICCR). Tech Coloproctol. 2020;24(2):127–143.
    Consenso italiano su diagnosi e trattamento dell’ascesso e della fistola anale

  • Ommer A, Herold A, Berg E, et al. German S3 guidelines: anal abscess and fistula (second revised version). Int J Colorectal Dis. 2015;30(6):831–837.
    Linee guida tedesche di livello S3 per la gestione di ascessi e fistole

  • Shivakumar V, et al. Practice parameters for the treatment of perianal abscess and fistula-in-ano (revised). Dis Colon Rectum. 2022;65(8):1042–1054.
    Linee guida ASCRS su gestione clinica dell’ascesso perianale

  • Rickard MJ, et al. Anal abscesses and fistulas. ANZ J Surg. 2005;75(1–2):64–72.
    Revision review su patologia e trattamento

  • NCBI Bookshelf. Anal abscess and fistula – Surgical Treatment. In: Perianal Sepsis.
    Panoramica tecnica su incidenza, diagnosi e drenaggio chirurgico

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Quando consultare un medico?

È fondamentale rivolgersi tempestivamente a un medico o a uno specialista in proctologia in presenza di:

  • Dolore anale acuto ingravescente, con o senza tumefazione visibile

  • Febbre e sintomi sistemici associati a fastidio rettale

  • Difficoltà a sedersi, camminare o defecare per il dolore

  • Pregresso ascesso o fistola perianale

Una diagnosi precoce consente di evitare complicazioni locali (fistola, necrosi tissutale, estensione dell'infezione) e sistemiche (sepsi).

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